Arazzo di Gerace: la celebrazione di un capolavoro
Oggi pomeriggio alla biblioteca Gilda Trisolini di palazzo Alvaro, l'appuntamento AIParC con la “Grande bellezza” del capolavoro fiammingo a dieci anni dal suo ritorno
“Appuntamento con la grande bellezza che stavolta è proprio il caso di dirlo è con la G maiuscola”. Esordisce così Salvatore Timpano, presidente nazionale AIParC nel presentare l’evento che si terrà oggi pomeriggio alle 17:30 presso la biblioteca Gilda Trisolini di palazzo Alvaro.
Evento che vuole celebrare l’arazzo del museo diocesano di Gerace a dieci anni dal suo ritorno, organizzato dall’AIParC con il patrocinio della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
L’arazzo di Gerace
“Parliamo di un capolavoro fiammingo del XVII secolo – spiega Timpano – composto da lana e seta, costosissimo. Un’opera stupefacente di 4 metri di larghezza per oltre 5 metri e mezzo di lunghezza”. L’arazzo fu realizzato probabilmente tra il 1673 e il 1680 su cartone di Charles Le Brun, primo pittore di Luigi XIV, il Re Sole, e trasposto in arazzo dal più famoso arazziere fiammingo del tempo, Jan Leynieres, su commissione del ministro delle finanze del re Sole, Nicola Fouquet.
La scena riproduce un episodio del “Mito di Meleagro”, tratto dalle “Metamorfosi” di Ovidio. In particolare, Meleagro saluta Castore prima di partire per la caccia al cinghiale caledonio, bestia devastatrice delle campagne inviato per punizione dalla dea Diana che non aveva ricevuto sacrifici in suo onore.
“L’arazzo arrivò a Gerace grazie a Idelfonso del Tufo che governò la diocesi nel periodo a cavallo tra il viceregno austriaco e il novello regno di Napoli e che si distinse durante il suo mandato per l’abbellimento della cattedrale, per gli onori resi alla venerata madonna di Polsi e per la promozione delle arti” precisa Salvatore Timpano.
L’importanza identitaria
“Oltre all’indiscutibile bellezza artistica dell’opera, si tratta di un capolavoro identitario, che da secoli fa parte del patrimonio della nostra area metropolitana, Gerace, borgo tra i più belli d’Italia” prosegue il presidente AIParC. “Ancora più importante, questo evento celebra i dieci anni dal ritorno dell’arazzo, perché nei 40 anni precedenti al 2014 l’opera era a Cosenza per restauro, esposta a palazzo Arnone e caduta nell’oblio. Dieci anni fa grazie ad una serie di interventi e iniziative che vedono protagonisti proprio i due relatori di oggi pomeriggio, Giacomo Oliva ed Edoardo Lamberti Castronuovo, il capolavoro è tornato a casa propria” precisa ancora Timpano.
“Oliva, direttore del museo diocesano e del tesoro della cattedrale di Gerace, ai tempi coordinò la mostra al museo e all’allora provincia, e scrisse la biografia sull’arazzo, facendosi mediatore del ritorno dell’opera a Gerace. Lamberti Castronuovo, invece, all’epoca assessore provinciale, è stato uno dei promotori dell’iniziativa che garantì il ritorno dell’opera da Cosenza e la sua esposizione prima al museo e poi alla provincia, a tre metri dalla biblioteca Trisolini dove terremo la conferenza” aggiunge Salvatore Timpano.
L’evento
Dopo i saluti istituzionali del consigliere della città metropolitana delegato alla cultura, Filippo Quartuccio, del presidente nazionale AIParC, Salvatore Timpano e del presidente della deputazione di storia patria per la Calabria, Giuseppe Caridi, l’incontro di oggi entrerà nel vivo con l’intervento “15 marzo 2024: cronaca di un rientro” dell’editore e presidente del conservatorio Francesco Cilea, Edoardo Lamberti Castronuovo. E successivamente con la relazione di Giacomo Oliva, Direttore del Museo Diocesano e del Tesoro della Cattedrale di Gerace nonchè cocuratore della mostra del 2014 oltre che autore della monografia sull’arazzo.
Modererà Salvatore Timpano, nella qualità di esperto d’arte e presidente dell’AIParC, promotrice dell’evento in collaborazione con la Metrocity.
Per l’occasione verrà esposta una gigantografia dell’arazzo in scala 1 a 4.
I cicli di conferenze AIParC
L’evento si innesca nel contesto del ciclo “Appuntamento con la grande bellezza” in collaborazione con la città Metropolitana di Reggio Calabria, uno dei “tre bracci” dei cicli di conferenze organizzati periodicamente dall’AIParC.
“La nostra è un’associazione nazionale con molti centri sparsi per tutto il territorio, con un’attività associativa importante, la presenza nella piattaforma Runts e un numero crescente di iscritti a livello nazionale. Per cui, svolgiamo un’attività di promozione a tutto spiano, attraverso i parchi culturali, cioè spazi metafisici dove viene declinata la cultura secondo tutte le arti. In questo contesto, si collocano anche i cicli di conferenze, frutto di convenzioni ufficiali, con enti e istituzioni, come la Città metropolitana, il Comune, il Museo, l’Università e così via” illustra Timpano.
“La grande bellezza” è il ciclo realizzato in collaborazione con la Metrocity, mentre con il comune di Reggio, la pinacoteca ma soprattutto la biblioteca Villetta De Nava, “organizziamo i ‘Simposi del mercoledì’ e con il museo ‘Radici’, un ciclo di conferenze dove vengono esaminati eventi, fatti del passato che è importante ricordare per un futuro migliore, qualitativamente parlando. Proprio con Radici abbiamo realizzato l’importante evento dei ‘Notturni di Quasimodo’ che proseguirà con altri appuntamenti a gennaio con l’obiettivo – conclude Timpano – di far includere Reggio tra le città del poeta, visto che qui visse, si sposò e scrisse le prime opere giovanili”.