Bambino in croce a Palmi: la denuncia sociale del writer Leonardo
Il disegno dello street artist calabrese raffigurato su una delle Tre Croci del Monte Sant’Elia ha acceso un intenso dibattito tra chi parla di provocazione e denuncia sociale e chi di atto vandalico. Ne parliamo con l’artista reggino LBS
Un bambino in croce. Nudo, inerme. E una firma. Leonardo. Questa l’immagine forte del disegno impresso su una delle Tre Croci del Monte Sant’Elia che ha lasciato senza parole i visitatori del celebre luogo religioso e paesaggistico di Palmi, scuotendo le coscienze e scatenando un intenso dibattito sia nella cittadina che sul web.
Il bambino in croce e la firma di Leonardo
L’opera è firmata dallo street artist calabrese Leonardo che non ne ha rivendicato espressamente la paternità, pubblicando però sul suo profilo Instagram (Leonardo.art_) un reel sibillino che parla di “profanazione” di un simbolo sacro e domanda “chi ha avuto il coraggio di toccare le Tre Croci”?
Denuncia sociale o vandalismo?
Il gesto è stato interpretato da molti come un atto di denuncia sociale contro le atrocità subite dai bambini nelle zone di conflitto, in particolare a Gaza e in Ucraina.
Alcuni lo considerano solamente un atto vandalico, mentre altri lo vedono come un potente messaggio di protesta e provocazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia della guerra che colpisce sempre i più innocenti.
Ciò che viene criticato, soprattutto, è che l’artista abbia scelto un luogo sacro per esprimere il suo messaggio, sollevando questioni sulla libertà artistica e sul rispetto dei simboli religiosi.
LBS: “Una denuncia sociale forte”
Oltre alla firma “uguale a quella di altri suoi lavori, tra cui a Chianalea, l’opera è riconducibile allo stile di Leonardo in quanto realizzata su tecnica stencil e bomboletta spray, come Banksy per intenderci e che ricorda molto, a mio parere, la campagna choc dell’artista cubano Erik Ravelo, dal titolo Untouchables” dichiara, interpellato da Cult, lo street artist reggino Bruno Salvatore Latella, in arte LBS.
“Certamente il luogo scelto, dato l’altissimo valore simbolico e religioso rischia di sminuire sia l’opera che il messaggio sociale che si vuole far passare, facendo considerare l’artista come un vandalo, perché c’è sempre quella linea sottile che è molto facile oltrepassare. Senza contare – prosegue LBS – il rischio di essere perseguito penalmente, anche se la sua vera identità non è conosciuta”.
“Personalmente, per il mio modo di agire, avrei prescelto un luogo meno popolare, più disagiato, magari bisognoso di una riqualificazione urbana. D’altra parte, tuttavia – conclude Bruno Salvatore Latella – se il suo fine era colpire, dato lo scalpore che ha creato, l’operazione ha funzionato e la denuncia sociale ha raggiunto il suo intento”.
Il “bambino in croce” verrà presto rimosso
L’amministrazione comunale di Palmi ha già annunciato l’intenzione di rimuovere al più presto il disegno e di installare dei sistemi di videosorveglianza.
Nel frattempo, il dibattito sull’opera continua evidenziando la tensione tra arte, protesta e rispetto dei luoghi sacri e, mentre la cittadinanza si interroga, il bambino è ancora lì sospeso tra cielo e terra, con le braccia inchiodate alla sua croce, simbolo del sacrificio di tutti gli innocenti del mondo.