Gelsomino è donna: il docu sulle eroine calabresi emoziona
Applaudito al Festival Etica e Bio di Caulonia, il documentario “Gelsomino è donna” realizzato dagli studenti del polo Dea Persefone Zanotti Bianco che racconta lavoro, memoria e riscatto femminile in Calabria
È stato accolto con entusiasmo dal pubblico del Festival Etica e Bio il documentario “Gelsomino è donna”, presentato nei giorni scorsi nella suggestiva cornice di Caulonia Superiore. Un racconto profondo e delicato sulla forza, la memoria e l’emancipazione femminile attraverso il lavoro delle gelsominaie, le raccoglitrici di gelsomini che, nella Calabria del secolo scorso, hanno segnato una pagina importante della storia del lavoro femminile in Italia.
Il film, della durata di 26 minuti, è il risultato del progetto Cinema nella Costa dei Gelsomini, promosso dal Gruppo Cinema del Polo tecnico-professionale Dea Persefone Zanotti Bianco di Locri, che comprende l’Istituto Tecnico Agrario di Caulonia, l’Istituto per il Turismo di Marina di Gioiosa Ionica e l’IPSSA di Locri e Siderno. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola 2024/25, sostenuto dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Un racconto di fiori e resistenza
Protagoniste del documentario sono Francesca, Rosa e Albellak, tre donne provenienti da contesti geografici e culturali diversi ma accomunate dallo stesso mestiere: la raccolta dei gelsomini. Un lavoro duro, spesso invisibile, che ha però rappresentato per molte donne calabresi una prima forma di autonomia economica e dignità sociale. Rosa e Francesca hanno lavorato ad Ardore e Benestare, nel cuore della Costa dei Gelsomini; Albellak, rifugiata siriana originaria di Damasco – anch’essa soprannominata “la città del gelsomino” – ha invece svolto lo stesso mestiere nella sua terra prima di fuggire dalla guerra e ricostruire una vita a Camini, nell’entroterra della Locride.
Sul palco del Festival, le protagoniste calabresi Franca Crisafi e Rosa Marzano hanno condiviso con emozione i loro ricordi, suscitando partecipazione e curiosità da parte di un pubblico attento e, in larga parte, non calabrese, affascinato da queste storie poco conosciute.
Un progetto formativo e collettivo
Coordinato dalla regista Federika Ponnetti, il progetto ha coinvolto attivamente gli studenti, che hanno raccolto testimonianze orali da donne della propria comunità – spesso nonne o bisnonne – rielaborandole in forma audiovisiva. L’obiettivo? Valorizzare le radici culturali locali e stimolare i giovani a restare e investire nella propria terra.
Arricchito da materiali d’archivio provenienti dall’Istituto Luce Cinecittà e dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), il documentario è stato prodotto anche in una versione sottotitolata in inglese, pensata per il pubblico internazionale e per i circoli di calabresi nel mondo, che gli studenti hanno contribuito a mappare.
“Gelsomino è donna” è stato già proiettato in anteprima agli studenti del Polo scolastico e alla comunità di Camini – coprotagonista del progetto – prima della partecipazione al Festival Etica e Bio, organizzato da NaturaSì e dal Gruppo Cooperativo GOEL, con il patrocinio del Comune di Caulonia.
Il progetto ha inoltre ricevuto il sostegno della Calabria Film Commission, del Comune di Camini, della cooperativa sociale Jungi Mundu Eurocoop Servizi e del Sistema Accoglienza Integrazione del Ministero dell’Interno.
Una rivoluzione silenziosa
Nel tratto di costa calabrese che da Stilo ad Africo prende il nome di “Costa dei Gelsomini”, tra gli anni ’50 e ’70 migliaia di donne lavoravano alla raccolta di questi fiori destinati all’industria profumiera. Proprio qui nacque uno dei primi scioperi femminili d’Italia, che portò al riconoscimento del lavoro delle gelsominaie come usurante, con accesso anticipato alla pensione. In molti casi furono proprio queste donne ad avere per prime un reddito riconosciuto, prima ancora di mariti e padri.
Attraverso il linguaggio del cinema e la partecipazione attiva degli studenti, “Gelsomino è donna” contribuisce a mantenere viva questa memoria e a rinnovarne il significato: un omaggio al coraggio femminile e al valore delle radici.