La Calabria che rEsiste: chi resta, chi parte, chi torna
Il 13 giugno al convegno AIDIA a Reggio Calabria: esperti, testimonianze e video per raccontare chi resta, chi parte e chi torna. Una riflessione profonda sulla rigenerazione dei luoghi
“La Calabria di chi resta, di chi parte, di chi torna. RigenerAzione di luoghi: teorie e pratiche di rEsistenza”. E’ il titolo del convegno organizzato dall’AIDIA – Associazione Italiana Donne Ingegneri ed Architetti – sezione di Reggio Calabria, in collaborazione con gli Ordini Professionali degli Ingegneri, degli Architetti PPC, dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Reggio Calabria e dell’Ordine dei Geologi della Calabria. L’appuntamento è il 13 giugno alle 15:00 nella sala dei Lampadari di palazzo San Giorgio. L’evento ha il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, della Regione Calabria, dell’Università Mediterranea e della Camera di Commercio di Reggio Calabria.
Un video per raccontare la Calabria che rEsiste
Durante il convegno sarà presentato il video che l’Adia RC ha realizzato, per offrire testimonianza fattiva e autentica delle molteplici possibilità lavorative della nostra Calabria attraverso la voce di alcune delle sue socie, da cui si avvierà il dibattito.
Due talk tematici per approfondire e raccontare
Il titolo stesso richiama la suddivisone in due talk tematici che saranno moderati dal giornalista Giuseppe Smorto.
Primo talk: Teorie e pratiche di rEsistenza
Il primo talk, prettamente tecnico – Teorie e pratiche di rEsistenza – vuole mettere a confronto esperti tecnici che descrivono le conseguenze e le ricadute dell’abbandono dei luoghi, in termini strutturali, architettonici, agronomici-forestali, geologici, socio-politici.
Parteciperanno al dibattito l’Ing. Pietro Foti (Direttore Generale Università Mediterranea di Reggio Calabria) l’Arch. Rosario Chimirri (docente di Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’UNICAL), il Dott. For. Giuseppe Bombino (Professore Associato di Idraulica agraria e Sistemazioni idraulico-forestali dell’UNIRC), il Geol. Alfonso Aliperta (libero professionista), il Prof. Domenico Cersosimo (Presidente di Riabitare l’Italia e professore onorario di Economia Applicata dell’UNICAL). Inoltre, porterà il suo atteso e importante contributo l’europarlamentare Giusi Princi.
Il luogo come protagonista e custode di memorie
Al centro del convegno vi è il luogo: esso non è solo un topos, ovvero una semplice coordinata sulla mappa, giacché al suo interno contiene edifici, opere, patrimoni, percorsi, viabilità, coltivazioni, assetti, derivazioni, corsi d’acqua, strutture di vario tipo. Quando un luogo viene abbandonato ognuno di questi elementi subisce un lento degrado, che non è circoscritto al solo punto in cui avviene, ma trascina con sé effetti di scala notevoli.
Secondo talk: Memoria, Cultura del Ritorno e RigenerAzione dei luoghi
Inoltre, il luogo è anche e soprattutto “casa”: di anime, storie, vite, racconti, memorie, arti antiche. Su ciò si concentrerà il secondo talk – Memoria, Cultura del Ritorno e RigenerAzione dei luoghi – dove verranno narrate solo alcune delle innumerevoli testimonianze di “restanza”, di capacità di re-inventare un luogo, di mantenerlo e di rigenerarlo, anche attraverso il tentativo di tramandare mestieri di un tempo che, se non perpetuati, verranno dispersi.
Parteciperanno a questo secondo talk il Sindaco di Sant’Agata del Bianco, Domenico Stranieri, che farà testimonianza di come abbia ridato vita al suo Comune attraverso la memoria e gli scritti di Saverio Strati; l’artista ed artigiano Sergio Gambino, figlio dell’eccelso meridionalista Sharo, il quale si soffermerà sui luoghi in abbandono e sui saperi e sulle arti di un tempo e la loro conoscenza tramandata per via orale; Ludovica Franzé, antropologa e ricercatrice, ideatrice di un progetto interdisciplinare che esplora forme alternative di coesistenza e di resistenza nelle aree interne. Infine, il fotografo Alessandro Mallamaci, autore di “Un luogo bello”, raccolta frutto di una ricerca di cinque anni sulla vallata della info@altojonio.net fiumara Sant’Agata, espliciterà, attraverso immagini fotografiche, il tema oggetto del dibattito.
Un messaggio di speranza e di identità
Il convegno non ha come obiettivo il mero racconto delle criticità o la rappresentazione di scenari depauperanti di migrazioni e fughe demografiche, bensì vuole dare testimonianza delle capacità – frutto della coraggiosa volontà – di reinventare sé stessi e del genius loci, in una chiave di lettura originale, autentica e, soprattutto, testimoniata e raccontata anche attraverso il video delle socie di AIDIA.
Le parole di Vito Teti guida dell’incontro
Questo incontro trova il proprio marcatore identitario nel passo dell’antropologo Vito Teti, noto studioso delle dinamiche dell’abbandono e primo a parlare di “restanza”, contenuto nel suo libro “Il senso dei luoghi”, dove scrive che L’abbandono […] non è altro che una faccia del cambiamento, della trasformazione. […] I luoghi camminano, si muovono, e ciò vale prima di ogni cosa in un senso fisico, materiale, giacché talvolta migrano, cambiano di altimetria, “salgono” oppure “scendono”. Soprattutto, “ritornano”».