L’arte di Mercuri e la scienza di Scilla Cuore a palazzo Krataiis
Ieri sera l’anteprima della 25esima edizione dell’evento internazionale dedicato alla cardiologia, con l’inaugurazione della personale di Giuseppe Mercuri, “L’artista, il contadino: silenzi che parlano, colori che risvegliano”
Un uomo semplice che ha trasfuso le vicissitudini della propria vita nell’arte, sia pittorica che letteraria. Un uomo dai mille volti, contadino, professore, che amava la politica, quella vera, e che lottava contro i soprusi. Soprusi che l’hanno costretto anche ad emigrare come tanti suoi connazionali dell’epoca. Tutto questo era l’artista Giuseppe Mercuri, la cui mostra ieri sera ha aperto i battenti dell’evento internazionale Scilla Cuore 2025 nella suggestiva cornice settecentesca di palazzo Krataiis.
Accompagnate da un parterre di rilievo, le tele di Mercuri, raccolte nella collezione “L’artista, il contadino” hanno circondato con i loro “silenzi che parlano” e con i loro “colori che risvegliano” tutti gli interventi di fronte a un pubblico nutrito.
Dopo i saluti di rito, del fondatore di Scilla Cuore, il cardiologo e storico dell’arte Vincenzo Montemurro, del presidente dell’associazione Incontriamoci Sempre, Pino Strati, del sindaco di Caulonia, Francesco Cagliuso, l’evento, moderato e presentato dall’architetto e artista Adele Canale, è entrato nel vivo con le testimonianze delle figlie di Mercuri, Clara e Delia, del cantautore Mimmo Cavallaro (genero dell’artista), del critico d’arte Marcello Anastasi e dello stesso Montemurro che ha rinnovato la vocazione dell’iniziativa tesa ad abbracciare sia l’eccellenza scientifica che artistica del territorio calabrese, grazie a diapositive che hanno mostrato le bellezze, la storia e la curiosità della nostra Regione.
Montemurro: “Scilla Cuore, un hub culturale e scientifico”
“È la quarta volta che prima di iniziare il congresso ufficiale Scilla Cuore, giunto alla venticinquesima edizione, con la collaborazione dell’associazione Incontriamoci sempre, presieduta da Pino strati, realizziamo una serata anticipatoria dell’evento cui si dedica spazio agli artisti calabresi. Quest’anno abbiamo voluto omaggiare Giuseppe Mercuri, alla memoria, con la presenza delle figlie e del genero. E per me è un piacere raccogliere le esperienze di una Calabria propositiva, genuina, pulita, che attraverso la medicina, la cultura e l’arte fa vedere il proprio volto buono. Una Calabria che accoglie” ha affermato il fondatore di Scilla Cuore, il dott. Vincenzo Montemurro.
Il Congresso vero e proprio ha inizio il giorno successivo alla mostra presso il salone parrocchiale della Chiesa Madre ed ha una dimensione transnazionale visto che spesso hanno aderito professionisti non solo italiani ma anche dalla Svezia, piuttosto che dagli Stati Uniti.
“Sono quattro giorni di congresso, che oggi rappresenta un’enormità visto che in genere durano al massimo due giorni, con oltre 400 partecipanti e sottolinea la valenza scientifica dell’iniziativa” spiega Montemurro che ci tiene a sottolineare “un aspetto importantissimo e cioè quello che Scilla Cuore rappresenta nel panorama della cardiologia italiana. Una periferia geografica come l’estrema punta della Calabria è riuscita a trasformarsi in un hub di aggiornamento scientifico per i medici d’Italia, e questo è un fatto che assume una valenza culturale e professionale elevatissima, che dovrebbe anche un po’ stimolare chi rappresenta pro tempore le istituzioni a fare quadrato attorno a queste iniziative perché sono il volto perbene di una Calabria che vuole, nonostante le difficoltà di ordine logistico, muoversi in un panorama e in un contesto nazionale, portando medici da tutta Italia”.
L’aggiornamento, in genere, prosegue infatti, Montemurro “è stato sempre espressione delle grandi città come Milano, Roma, Firenze, Padova, le sedi delle università dove fanno ricerca, il medico italiano spesso ha raggiunto queste grandi città universitarie per aggiornarsi. La novità in 25 anni di Scilla Cuore è che il medico di Milano, il medico di Padova, piuttosto che quello di Firenze o di Roma oggi viene a Scilla per aggiornarsi e questa è una novità assoluta che coniuga gli aspetti scientifico, culturale e professionale con la bellezza di un territorio che è magico, in un mix felice tra scienza, cultura e bellezza che è un fiore all’occhiello della Calabria e che meriterebbe molto di più”.
“Forse però chi rappresenta le istituzioni oggi – bacchetta Montemurro – è talmente distratto da non accorgersi nemmeno che la Calabria sta cambiando e sta cambiando dal basso”.
All’interno di Scilla Cuore, poi, aggiunge il cardiologo, è nato anche questo “hub culturale, con un premio di benemerenza nazionale che da 13 anni viene conferito a personalità importanti non solo del mondo della medicina ma delle professioni e della società civile. Sabato, alla chiusura del congresso saranno consegnati il premio di benemerenza per la tredicesima edizione al magnifico rettore della Unical di Cosenza, una figura importante nel panorama mondiale per quanto attiene all’intelligenza artificiale. Poi, all’associazione Incontriamoci Sempre con Pino Strati, perché è impegnata nel sociale e nella proposizione di iniziative a carattere culturale e ad altri personaggi che onorano la Calabria con il loro lavoro, come il professor Borghi, ordinario dell’Università di Bologna che ha ricoperto cariche istituzionali nel mondo della medicina importanti come la Presidenza della società italiana di medicina interna, la Presidenza della società italiana dell’ipertensione, parte del boarding della Società europea internazionale di ipertensione. Lo stesso dicasi per il professor Gianfranco Parati, ordinario di cardiologia presso l’Università di Bicocca a Milano, anche lui rappresentante autorevole a livello mondiale per quanto riguarda le problematiche ipertensione e scompenso”.
“Oggi Scilla Cuore – conclude il cardiologo – è un evento di portata internazionale che raccoglie le esperienze, le ricerche scientifiche delle più grandi università italiane che ogni anno si riuniscono a Scilla, in questa periferia geografica che non è per nulla da meno rispetto alle altre città universitarie. E il premio di benemerenza vuole essere un momento di riconoscimento formale ma anche sostanziale per coloro che sono i cultori della medicina e di altre competenze eccellenti che ho il privilegio di accogliere in questa bellissima cittadina”.
Strati: “La nostra associazione sempre attiva sul territorio”
Dello stesso avviso il patron di Incontriamoci Sempre Pino Strati che illustra l’organizzazione della serata da ben quattro anni a questa parte quale preludio artistico e culturale al congresso scientifico. E oggi “abbiamo l’onore di ospitare la mostra di Giuseppe Mercuri che sarebbe anche il suocero di Mimmo Cavallaro, noto artista della musica popolare calabrese e non solo. Presenti inoltre l’artista Adele Canale, il critico d’arte Marcello Anastasi e le figlie di Mercuri, Clara e Delia, che hanno deciso di mostrare questi quadri, in una collezione molto importante che sarà esposta qui a palazzo Krataiis fino al prossimo 20 giugno”.
“La nostra associazione è sempre attiva sul territorio – ha rincarato Strati – spaziando su eventi di carattere culturale e sociale e qui a Scilla e nel borgo di Chianalea” ha concluso, ringraziando “il dottor Montemurro per l’ospitalità, la proprietà e la famiglia Scarano del Krataiis, è ormai da 15 anni che organizziamo iniziative cercando di dare il nostro piccolo contributo al territorio e alla cultura”.
Clara e Delia Mercuri: “L’arte di nostro padre racconta il suo percorso umano”
“Mercuri era uno spirito inquieto, lui si definisce l’artista contadino, ma in effetti era contadino solo in parte, solo nello spirito, essendo invece una persona colta che ha studiato, si è diplomato e ha avuto una vita ricca di vicissitudini” ha esordito la presentatrice e moderatrice dell’evento, l’architetto e artista Adele Canale, passando la parola alle figlie visibilmente emozionate per l’iniziativa dedicata al padre.
“Un’emozione intensa perché oggi c’è l’occasione di celebrare l’artista, l’uomo, la sua visione del mondo, la sua passione attraverso le sue opere pittoriche. Nostro padre ha dipinto con passione, cercando di cogliere l’essenza delle cose con una sensibilità che riusciva a parlare anche nei silenzi. Ogni quadro racconta una storia, un’emozione, un frammento del suo percorso umano ed artistico” ha affermato Clara Mercuri raccontando delle due importanti mostre tenutesi in Australia negli anni ’90 “che hanno riscosso un enorme successo, lasciando il segno e l’occasione di far conoscere ancora una volta nella sua terra una parte dell’anima di mio padre attraverso le mostre organizzate nei comuni calabresi, come Carolei e Caulonia. Questa sera, però, è ancora più importante – ha concluso la Mercuri – perché rappresenta anche un momento di condivisione tra linguaggi diversi, l’arte pittorica, la storia, la musica, che trovano un comune denominatore con un’esperienza di arricchimento che mio padre sicuramente avrebbe apprezzato moltissimo”.
“Guardare la vita di mio padre è come osservare un grande affresco ricco di esperienza e di impegno politico. Ogni pittura, ogni scritto che noi vediamo rappresenta un uomo che ha vissuto intensamente e che ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto” ha aggiunto Delia Mercuri.
“Ogni parola che diceva era carica di significato, andava d’accordissimo con i ragazzi per i quali era una fonte di ispirazione e di saggezza. Una vita intensa che è quella che traspira dalle sue opere, un percorso caratterizzato da mille lavori, in cerca di fortuna, dal barbiere al manovale, dall’imbianchino al fattorino e, quando si ricordava di avere un diploma insegnava matematica nei mesi più freddi a chi, come lui sognava una vita più dignitosa. Mio padre infatti ha conosciuto la miseria, ha conosciuto l’ingiustizia sociale sulla propria pelle, ha conosciuto l’emigrazione e ha sempre lottato” ha proseguito la Mercuri. Concludendo con la lettura di un brano di una poesia toccante del padre, premiata nel 1976, che racconta “di un mocciosetto che corre sbrindellato con i piedi sanguinanti” nei prati, in cui sono racchiuse mille vite in una sola, dove ogni esperienza è un esempio di resilienza e passione, dove ogni sfida affrontata ha contribuito a formare appunto l’uomo e l’artista che possiamo vedere oggi”.
Anastasi: “Dall’emigrazione alla restanza”
“Oggi assistiamo alla mercificazione dell’arte e della cultura, andiamo verso una strada che non dà il senso dell’altissimo valore che hanno gli artisti, coloro che Giovanni Paolo II ha descritto come chi ha il potere di salvare il mondo attraverso la bellezza, coloro che promuovono le connessioni. E come non parlare di connessione nel caso della pittura che ci ha lasciato in eredità Giuseppe Mercuri” ha affermato il critico d’arte Marcello Anastasi prendendo la parola. Vi si può leggere un invito “a non dimenticare il passato storico della Calabria, non tanto quella romantica dei contadini, in quanto persone genuine, quanto invece il fatto che c’è una Calabria del passato che rischia di scomparire per un motivo molto semplice, quello di un tasso di emigrazione spaventoso”. “Negli ultimi anni abbiamo perso migliaia e migliaia di giovani e continuiamo a perderli nonostante c’è chi come Vito Teti pone in allarme la comunità calabrese, i politici calabresi, sottolineando il valore della restanza, cioè la necessità di frenare questa emorragia”. E questo messaggio, questa necessità, emerge chiaramente dalle opere dell’artista che “rappresenta quello che per lui è stata l’emigrazione, la mancanza del lavoro, una Calabria rimasta alle tradizioni senza pensare al nuovo, a quanto di tecnologico e di innovativo serve pur mantenendo le tradizioni, differentemente rischiamo di determinare una condizione di status quo, cioè di fermo, e che la Calabria sia rimasta ferma lo dicono i dati che riguardano i giovani come Giuseppe Mercuri che conoscono l’emigrazione per motivi di studio, non solamente di lavoro”.
“E c’è un fiume umano che ogni anno lascia la Calabria e che in qualche modo alimenta il business delle compagnie aeree, di Trenitalia e quant’altro. Anche l’artista, quale uomo di cultura, si è sentito escludere i propri diritti civili dalle stesse istituzioni, pensando ad un’arte, la sua, che potesse avere un fine edonistico – ha concluso – addolcendo gli ambienti di quegli stessi borghesi aristocratici che gli hanno chiuso le porte”.
Cavallaro: “Un filo conduttore tra la mia musica e l’arte di Mercuri”
A rendere speciale l’evento, l’intermezzo musicale di Mimmo Cavallaro, presente nella doppia veste di cantautore e suocero dell’artista, coadiuvato dal chitarrista Alessandro Santacaterina.
“Ho scelto un brano scritto proprio da mio suocero, che ho conosciuto come maestro, amico e professore e nelle cui opere mi ritrovo tantissimo, in quanto le mie canzoni rispecchiano il mondo che lui ha vissuto e che ci accomuna e ci lega con un filo conduttore” ha detto Cavallaro.
“Si tratta di una poesia che si intitola ‘Un saluto’ e che è dedicata alle bellezze della nostra terra ma anche al sociale e in particolare alla rivolta contadina di Caulonia contro la classe che deteneva il potere economico e agricolo dell’epoca” ha concluso Cavallaro.
L’evento è stato allietato dal Bergamotto Spritz del bartender Carmelo Martino e si è concluso con un buffet offerto dalla direzione di Scilla Cuore.