Reggio sa da che parte stare: tutti in piazza per Gaza
Ieri pomeriggio centinaia di cittadini, associazioni e movimenti hanno sfilato dal Cilea al Duomo per dire basta al genocidio e chiedere una presa di posizione al governo italiano
Reggio sa da che parte stare: Palestina libera. È il coro che ha accompagnato, tra gli altri, il corteo partito ieri pomeriggio dalla scalinata del teatro Cilea per arrivare a piazza Duomo.
Organizzata dal Coordinamento Pro Palestina reggino con l’adesione spontanea di tantissime associazioni, partiti, cittadini, oltre che della Community ProPal (promotrice delle precedenti manifestazioni per Gaza), l’iniziativa ha visto la partecipazione di centinaia di persone manifestare, senza slogan né sigle, il fermo no al genocidio. Chiare e decise, infatti, le richieste di questa ennesima prova di umanità della città: fermare il massacro degli innocenti, dire no all’invio di armi a Israele e al rinnovo del memorandum, e, soprattutto boicottare le aziende che commerciano prodotti israeliani.
Un corteo apartitico ma fortemente politico
La manifestazione ha mantenuto un tono collettivo e apartitico, ma le istanze espresse sono state inequivocabili. “Non ci sono più alibi” ha detto Simone Alecci, rappresentante dell’ANPI Condò all’interno del Coordinamento Pro Palestina reggino, promotore dell’evento. “Bisogna avere il coraggio di una presa di posizione netta contro il sionismo, un’ideologia che Netanyahu ha portato al suo estremo criminale. Serve un boicottaggio attivo ad incominciare da quello aziendale, rivolto a consumatori e consumatrici, che devono evitare di comprare prodotti israeliani e delle aziende che sovvenzionano Israele, anche da parte delle istituzioni. In merito infatti partirà a breve una raccolta firme” ha annunciato Alecci.
Ma non solo, ha aggiunto: “Serve un’azione immediata contro un governo che non ha sospeso neppure l’accordo con Israele. Un memorandum che va stracciato ed è vergognoso che il nostro governo appartenga a quella minoranza di stati europei che non ha neanche preso in considerazione l’idea di revocare o sospendere il documento”.
Reggio Calabria, “davanti a questo enorme massacro che oggi procede su cifre di 100-200 vittime civili palestinesi al giorno, non soltanto delle 50.000 vittime e passa palestinesi e delle 180.000 vittime indirette che superano la stessa popolazione complessiva della nostra città, nel suo senso civico si è risvegliata e oggi siamo centinaia di persone qui riunite, non solo per dire stop al genocidio, ma per chiedere una svolta, perché tutto il movimento sionista è complice di quello che sta accadendo in Palestina e Netanyahu è soltanto la parte peggiore, la parte più violenta, criminale” ha rincarato Alessi.
“C’è un segnale, una mobilitazione che viene dal basso, dalle amministrazioni locali e regionali, e ora dobbiamo alzare l’asticella, perché va bene svegliarsi ma non è sufficiente dopo mesi e mesi di massacri indiscriminati e dopo una storia piena di sangue e di ingiustizie dal lontano 1947. Serve – ha concluso – una coraggiosa presa di posizione”.
Dello stesso tenore, l’intervento dello street artist reggino Bruno Salvatore Latella parte della community ProPal, promotrice delle precedenti manifestazioni per Gaza, il quale ha sottolineato l’importanza di questa mobilitazione delle tante voci reggine “che deve diventare regionale e portare, come stanno facendo altre regioni d’Italia, tra cui l’Emilia Romagna, la Puglia e ora anche la Toscana, ad interrompere i rapporti con Israele”. Non solo ha evidenziato LBS, bisogna sensibilizzare il pubblico al boicottaggio dei prodotti israeliani, anche attraverso i gesti simboli dei grandi distributori. Serve un impegno più ampio: se chi vende i prodotti non sensibilizza, il consumatore resta inconsapevole. Dobbiamo far emergere il boicottaggio come una scelta etica e concreta”.
La voce delle associazioni: “Non basta più indignarsi”
Numerose le realtà associative presenti, tra cui il gruppo Agesci Reggio Calabria, che ha partecipato con forte convinzione. “Il nostro patto associativo ci impone di difendere la pace e la dignità umana. È nostro dovere essere presenti, non possiamo più rimanere neutrali” ha dichiarato Martina Laurendi del gruppo Agesci Reggio Calabria 1. Toccanti anche le parole di Maria Pia Callea del gruppo Agesci Fata Morgana di RC, “La storia giudicherà chi oggi distorce lo sguardo. Siamo qui a dirci che il rispetto della dignità umana non è negoziabile. Non esiste autodifesa che giustifichi la distruzione di intere famiglie, comunità, popoli. Se permettiamo che un popolo sia cancellato, tradiamo Dio, ma tradiamo anche noi la nostra stessa umanità, perché quando muore la Palestina non muore un territorio, muore il principio che ci rende umani. Lo dobbiamo ai nostri giovani di oggi e alle generazioni future”.
“Che la nostra presenza qui oggi sia testimonianza verso i nostri ragazzi e sfida anche per noi adulti, educatori, capi, insegnanti, leader sociali. Che sia la nostra integrità, bussola per le nuove generazioni. Denunciamo questa strage, denunciamo ogni strage, sempre, anche quando è scomodo, non solo sui social, quando è di tendenza” ha rincarato la Callea. E ha concluso: “L’indifferenza è il nostro tradimento collettivo e oggi non è più tempo per l’indifferenza. Gridiamo con voce, basta con la violenza, basta con le guerre”.
Una mobilitazione che unisce
Anche i partiti politici non sono rimasti assenti. Presenti vari esponenti di Potere al Popolo Reggio Calabria, della Lega Marxista Rivoluzionaria e della Sinistra Italiana. “Ci è sembrato assolutamente doveroso partecipare a questa manifestazione spontanea – ha dichiarato Demetrio Delfino, presidente del Circolo ReggioSud e segretario di Sinistra Italiana – e domani saremo a Roma, alla manifestazione nazionale organizzata da AVS, Alleanza Verdi Sinistra, 5 Stelle e PD. Partiremo all’alba con un pullman condiviso tra i vari partiti, perché l’unità su questi temi è fondamentale. La lotta per la Palestina è anche una battaglia di civiltà”.
Più che un corteo, una chiamata alla responsabilità
Arrivati in Piazza Duomo, i manifestanti si sono disposti in cerchio, simbolo di unità e partecipazione. Vari gli interventi che hanno scandito con forza l’urgenza di un cambiamento politico concreto, di una vera e propria chiamata alla responsabilità a non girarsi dall’altra parte.
Perché il silenzio e l’indifferenza sono complici. E Reggio, in una piazza piena di speranza e determinazione ha dimostrato chiaramente che sa da che parte stare.