Scecco Fest 2025: una festa per abitare i luoghi
Si è tenuto a Pellaro il primo Scecco Fest, una giornata tra musica, natura e cultura al Parco Diffuso della Conoscenza e del Benessere, organizzata dal Collettivo La Strada
Una festa per abitare i luoghi. Anzi il luogo, per eccellenza, il Parco diffuso della Conoscenza e del Benessere di Pellaro, per un pomeriggio di musica in libertà, immersi nella natura incontaminata. Così si è presentato domenica 22 giugno 2025 il primo Scecco Fest, svoltosi al parco di ACE Medicina Solidale, in località Pantano di San Filippo a Pellaro (RC).
L’evento, promosso dal Collettivo La Strada, si è inserito nella giornata della Festa della Musica europea, giunta alla sua 31ª edizione, proponendo un’alternativa culturale e partecipata, in cui musica, benessere e socialità si sono intrecciati in maniera spontanea e autentica.
Il significato dello “Scecco Fest”
Il nome “Scecco Fest” è un omaggio agli asinelli che vivono nel parco, veri e propri simboli di semplicità, forza e resilienza, valori che rappresentano anche lo spirito dell’iniziativa: restituire valore a ciò che viene spesso trascurato, come i luoghi.
“Volevamo unire una serata di festa e celebrazione della musica con il supporto al parco e alla realtà di Ace Medicina Solidale – racconta Antonio Campolo del Collettivo La Strada – la cui importanza è sempre più evidente in un momento storico in cui versa la sanità pubblica. E lo abbiamo fatto con questo evento, che celebra la musica, il cui linguaggio è sempre universale, un potente strumento di comunicazione, il tutto circondati dalla natura, dalla bellezza e dai bambini”.
Un programma ricco e inclusivo
Il programma ha abbracciato, infatti, varie fasce d’età, cominciando con “Alberi: dal seme al bosco”, laboratorio musicale per bambini a cura di Rossana Camera, incentrato sull’ascolto e il gioco come strumenti per scoprire se stessi e l’ambiente.
A seguire, l’esplosiva “Marmellate Jam Experience”, circuito musicale itinerante nato da un’idea di Giuseppe Giordano e alimentato da una community WhatsApp con oltre 120 musicisti, che ha dato voce a numerosi artisti in una jam session libera, dove chiunque ha potuto esprimersi.
La serata è proseguita con il pop-rock impegnato della cantautrice Emmanuela Marcianò, accompagnata dalla sua band (Antonio Puglisi, Giovanni Scordino, Antonio Zerbi, Alex Romeo), e con l’intenso storytelling musicale “Diversi come le note” del cantastorie Sergio Raso.
Gran finale con Rossana Camera sul palco con “Ubuntu – Storie e canzoni senza confini”, un viaggio musicale che ha attraversato le culture del mondo con un messaggio forte: l’umanità si costruisce nelle connessioni e nella diversità.
Il parco come visione di salute e benessere
Vero protagonista dell’evento, tuttavia, è stato il Parco Diffuso della Conoscenza e del Benessere, nato da un’idea del Centro ACE Medicina Solidale di Pellaro, con una visione pionieristica che intreccia ambiente, salute e cultura.
“L’impegno sanitario è impegno destinato alla prevenzione e alla promozione della salute. Siccome per il futuro sempre di più il clima, l’ambiente, tutti i cambiamenti che ci saranno costituiranno un determinante fondamentale di salute, allora abbiamo voluto creare questo parco che è una sorta di modello, di rapporto nuovo con l’ambiente, non più di aggressione ma di cura” sottolinea il dottor Lino Caserta, fondatore di ACE Medicina Solidale. “Solo così potremo ricevere tutti quei vantaggi che saranno un ritorno importante per la nostra salute e per il nostro benessere” prosegue.
Ambiente e salute sono due facce della stessa medaglia. “Dobbiamo sempre di più immaginare un paradigma sanitario in cui la cura dell’individuo non può assolutamente prescindere dalla cura dell’ambiente in cui viviamo perché è da lì che poi traiamo, esattamente come diceva il nostro buon papa Francesco parlando di ecologia integrale, il nostro benessere integrale”. Un modello che funziona, come quello di ACE che “si finanzia con un sistema mutualistico, in cui è la comunità a farsi carico con piccoli contributi di sostenere questo modello di medicina di tipo solidale, che va a sostenere il benessere pubblico e l’interesse di tutti”.
Il parco, esattamente come gli ambulatori, “è uno spazio pubblico – conclude Caserta – quindi messo a disposizione della comunità. E chiunque abbia delle proposte coerenti con quello che è la missione di Ace, siamo ben disposti ad accoglierlo e ad aprire le porte”.
Cultura e territorio, connessione vitale
“Con il parco condividiamo gli stessi ideali e gli stessi valori – fa eco il consigliere comunale, del collettivo La Strada, Saverio Pazzano – e ci piace l’idea che la cultura venga dai luoghi considerati più marginali anche del territorio. Questo, invece, è un luogo centrale della cultura, del benessere del territorio, cerchiamo di organizzarci tante iniziative e in particolare le leghiamo all’idea della restanza, perché restare vuol dire anche costruire dei percorsi sociali, culturali, politici partendo proprio dallo spirito dei luoghi. E questo luogo emana uno spirito, un’aura, un’energia molto bella”.
Proprio la restanza di Vito Teti, “che con il suo pensiero ci ispira nel percorso che stiamo costruendo per il territorio e la città, ci ha spinto alla raccolta firme di oggi proprio per conferire la cittadinanza onoraria di Reggio Calabria al professore”. Firme che “presenteremo all’amministrazione comunale e speriamo che vox populi sia vox concilii” ironizza Pazzano.
Sulla stessa lunghezza d’onde, le parole di Fabio Domenico Palumbo del collettivo La Strada: “Questo evento è figlio di un percorso del movimento che coniuga la politica, alla cultura, alla socializzazione e all’abitare in modo diverso i luoghi. In particolare, questo parco è un luogo del cuore, dove le attività rivolte alla tutela, alla salvaguardia non solo dell’ambiente ma anche della salute e del benessere delle persone si sposano perfettamente con quella che è la missione della Strada, che è quella, come dice Vito Teti in qualche modo di riabitare i luoghi, di coniugare la riscoperta dei territori a una rigenerazione, a un modo nuovo di viverli, anche attraverso la musica, l’arte e la cultura”.
L’evento di oggi, conclude Palumbo “è la tappa regina della festa della musica, quella che proviene dal basso, con autori in qualche modo impegnati che riscoprono e mettono insieme tradizione e innovazione, e, soprattutto impatto sociale. E non dimentichiamo i bambini, perché senza di loro i luoghi non possono certamente rinascere o svilupparsi”.
Un modello da replicare
Più che una festa, lo Scecco Fest è stato un atto di cura collettiva, un esempio concreto di come si possa fare cultura, attraverso la musica, e restituendo centralità ai luoghi. Un primo appuntamento che – come annunciato dagli organizzatori – non sarà l’ultimo e che probabilmente diventerà un modello da replicare e condividere.